Se fosse mio figlio

Se fosse mio figlio,
quello tremante su una barella di ospedale,
Il sangue sulla fronte e sulle mani,
Gli occhi sbarrati,
ghiacciati dal terrore;
Se fosse mio figlio,
Orfano in una casa distrutta,
che urla raschiando fino all’ultima voce che trova, che vuole un pezzo di pane;
Se fosse mio figlio,
con un solo braccio fuori da una montagna di macerie,
solo il leggero movimento delle dita a far sperare ancora nel respiro;
Se fosse mio figlio, amputato senza anestesia,
Se fosse mio figlio,
a piangere con una scarpa in mano, unico pezzo rimasto intero di suo padre;
Se fosse mio figlio,
Se fosse figlio dell’occidente,
Se pregasse il vostro dio,
Le vostre orecchie sentirebbero le urla,
Il vostro stomaco ingoierebbe la rabbia,
E il mondo esploderebbe in rivolta,
Per uno solo, un solo bambino a cui venisse fatto questo.
Se fosse mio figlio,
vorrei vedervi tutti in ginocchio a chiedere scusa, a piangere il mio e il suo dolore, fino a finire le lacrime, il respiro convulso, gli occhi bassi verso terra.
E dopo, solo dopo, gli chiederei se è giusto perdonarvi.
Irene Renei
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