Facile dire “Perdona”
Quando ti senti un coltello nella pancia, che devi trovare una posizione giusta per sopportare il dolore. Ti aggiusti, un po’ piegata , col respiro lento, ecco, così ogni giorno che passa ti abitui di più, quasi non fa male o almeno sembra. Finché qualcuno ti scontra, proprio lì sulla ferita non ancora chiusa e allora il dolore diventa più forte e devi iniziare tutto da capo. Facile dire “Perdonare fa bene a te “Ma la paura dove la mettiamo? La paura che succeda di nuovo, la paura di non sapersi proteggere, la rabbia di aver dato tutto, di essersi regalata per sbaglio. In quella sfilza di tradimenti che la vita può riservare pescando nel mazzo, qualcosa arriva a tutti: che sia un’amica, un amore, un fratello, qualunque forma abbia quel coltello fa un male assurdo. E forse perdonare non è parola giusta. Forse si può piano piano prendersi cura di sé, curare la cicatrice amandosi, coprirsi un po’ di più come quando si ha un raffreddore, prendere vitamine d’amore da chi ci fa bene e al cuore. Si può riuscire ad andare oltre e a riavvicinarsi un poco, per non punire se stessi di una colpa altrui. Ma dimenticare non è umano. Il segno rimane lì, quando ti vesti e ti guardi allo specchio. Il punto ferito rimane più fragile e una paura bambina fa capolino. Il tempo cura tutte le ferite si dice. Cura, non fa sparire. E a volte si smette di soffrire, si smette di cercare un perché si arriva a non sentire più niente in un apatia del sentimento che è il punto di non ritorno, il gelo di un inverno. E questo fa paura più della rabbia, più delle lacrime. Il non aver bisogno di trovare un perdono perché stai bene, stai bene così come sei. La partita è finita ,nessuno ha vinto, forse hai perso tu. Ti senti aggiustata e invece hai incollato malamente i pezzi. Ti guardi allo specchio, ti vesti ed esci. Come se niente fosse successo. Come se fuori ci fosse il sole E invece forse piove, fuori e dentro di te. Nb questo testo, seppur scritto da me è frutto di una riflessione profonda fatta fianco a fianco con il mio grande amore, mio marito, a cui la vita non ha risparmiato ferite.
Irene Renei