Oggi sono io
Oggi ho deciso di rientrare dopo dodici mesi in un negozio di abbigliamento per comprarmi qualcosa che sapesse di primavera e fare i conti con questo anno del tutto speciale.
Fare i conti in primis con la mia nuova taglia, nata da decine di pancake, pizze fatte in casa e crostate alla Nutella.
I conti con la carta che prima strisciavo con molta più leggerezza.
I conti con una vita che ho messo in stand by più del necessario che già era molto.
Mi ero come sospesa in una bolla in cui potevo fare a meno di troppo, con poco amore per me stessa in un’età che in cui invece bisogna imparare ad amarsi di nuovo.
Così sono entrata in un piccolo negozio in cui non sono mai andata.
Volevo fare un doppio regalo.
A me e ad una commerciante che stringe i denti da un anno in pochi metri quadrati che sembrano un piccolo quadro di Matisse sul muro grigio del centro storico.
E tra una maglietta azzurro cielo e un jeans con la coulisse in vita ho respirato, per la prima volta dopo mesi, leggerezza.
La distrazione di un momento, il gioco alle signore di quando ero bambina.
Le ho detto un silenzioso grazie per il profumo spruzzato sul sacchetto lilla che mi ha messo tra le mani un campo di lavanda .
E uscita coi pacchetti in una mano e la borsa a metà dell’altro braccio ho sentito una piccola, stupida fitta di felicità.
Questa cascata di notizie e di numeri che da mesi ci incolla agli schermi dei telegiornali, la sofferenza di tante persone, la scuola a distanza e le braccia alzate di Marta durante le interrogazioni, ben prima delle bende che ora riempiono i giornali mi avevano quasi buttato sotto, verso il fondo del fiume, facendomi pensare che sopravvivere fosse già un buon motivo per rendere grazie.
Ma sopravvivere non è abbastanza invece.
Amarsi e amare e trovare piccoli piccoli raggi di sole in ogni giornata grigia di bar vuoti e saracinesche abbassate e’ una buona cura per non cadere giù, per ricaricare il cuore.
Che solo con un cuore carico può aiutare gli altri.
E può essere un libro nuovo, una piantina di basilico, o comprare una maglietta e scambiare una confidenza e un sorriso in un posto nuovo che ha quell’aria di salotto di famiglia che i centri commerciali non sanno cosa sia.
E io scelgo meno scelta in un posto che ha un’anima e un identità, scelgo il celeste del cielo e il bianco delle nuvole, le metto in un sacchetto lilla e ricomincio a pensare un po’ a me.
Perché oggi sono io. Esisto e sorrido.