Ricordati chi sei
Appoggio su Damiano il mio sguardo di madre che vede il figlio realizzare un sogno,
appoggio su di lui la mia anima sedicenne che vibrava sulla musica rock dei Guns N’ Roses e di David Bowie.
Ci appoggio il mio sguardo di donna che lo trova bellissimo e intenso.
Lo richiudo dentro lo stomaco e lo tengo in silenzio perché la decenza mi impone così.
Sua madre ha partorito lui quando ho partorito io il mio primo figlio.
Ci appoggio l’orgoglio di una nazionalità di cui troppo spesso mi trovo a vergognarmi e l’entusiasmo di un progetto impossibile realizzato in un anno.
Poi chiudo gli occhi e faccio parlare la sua voce, dono incredibile della natura.
E tutte le sensazioni si confondono dentro e le parole diventano inadeguate.
Tocco un artista, un magnete che tiene tutto unito: gli strumenti, le persone, generazioni di nonne, di madri, di figli, la mascolinità di un uomo sotto il mascara e lo smalto,
Tocco l’emozione di un ragazzino che versa lacrime per una vita che lo sta sbattendo verso il cielo come quei giochi del Luna Park che ti portano su in due secondi e ti mettono lo stomaco in gola e la paura di cadere giù senza poter far resistenza.
Allora tutte le mie sensazioni diventano tenerezza e protezione, si riassestano sulla mia età di madre e vorrei prendere il suo viso tra le mani per guardarlo dritto negli occhi e dirgli poche, pochissime parole, da tenere chiuse in tasca quando la musica sarà silenzio.
Non ti dimenticare mai chi eri, non ti dimenticare mai chi sei.
Irene Renei
Bellissime parole d I made.